Classe 83, pochi anni di attività commerciale vera, L’istituito italiano di fotografia, la galleria Astuni (BO), reportage per l’Università di Bologna, il retaggio geografico. Come biografia eviterei di mettere premi pubblicazioni o quant’altro, ma solo il motivo del perchè metto in mostra ciò che penso. La fotografia è per me catarsi culturale, avvicinamento sociologico, immedesimazione filosofica. La ricerca deve essere costante, precisa e sognante; la forma pulita, netta nel suo sviluppo e mai definita del tutto. Quello che cerco è l’origine non una spiegazione. Il resto basta sfogliarlo. L’eterno dibattito non è sul chi, dove, come e perchè, ma lo scontro tra kronos e Aion, sul quando. Se riesci a fermare il tempo sei il padrone dell’universo, e con la fotografia si cerca sempre di avvicinarsi all’irraggiungibile punto del momento. Serie o folgorazione l’importante è sempre essere lì, vivere quello che si fotografa per poter donare agli altri quella “goccia di splendore”. L’unica irrinunciabile costante è il viaggio, la ricerca dell’Altro Altrove, l’insondabile imperfezione dell’essere umano, le storie degli sconosciuti e delle forme della terra. Il movimento è vita e va in contrasto con la fotografia che è stasi, ma in sintonia con l’essere umano che è invece capace di essere entrambe le vie usando la mente e l’immaginazione per scoprire la prorpia realtà interiore. ll pensiero è il più bello e migliore di tutti i flussi.